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Iniziativa Dammi il 5

Stefano Tocchi on 05/27/2023 Dammi il 5 è un’iniziativa per aiutare le associazioni che si adoperano quotidianamente nell’aiutare gli animali in difficoltà, devolvendo loro il 5% del ricavato dagli ordini di Barnie’s. Era il febbraio del 2023 quando mi chiamò Adriano: “Ciao Stefano, oggi sono a Passo Corese dall’Oasi di Brenda… non è che potresti consegnarmi i sacchi direttamente lì?”.
Adriano è il titolare del centro di educazione cinofila Rantaplan: uno dei massimi esperti di psicologia canina. Io dovevo consegnargli come di consueto dei mangimi, e siccome mi era di strada (tornavo dal giro di Rieti) gli dissi che non c’era alcun problema. 
 Quando arrivai presso il rifugio, Adriano era lì ad accogliermi. Mi spiegò che l’Oasi di Brenda si occupa di dare ospitalità ai cani che vengono abbandonati, e mi presentò i volontari che si prendevano cura di loro.In pratica, funziona così: quando arrivano al centro, i nostri amici a 4 zampe vengono subito visitati dai veterinari per capire se hanno bisogno di cure mediche, poi tramite persone come Adriano vengono fatti socializzare e inseriti nel gruppo con altri cani. Da quel momento in poi si cerca di farli adottare da privati che possano offrigli una casa e una famiglia. Mi venne spiegato che i nostri amici vengono aiutati su tutti i fronti: medico, alimentare e soprattutto psicologico. Molti di loro infatti riportano dei traumi e un’educazione disfunzionale che li rende difficili da reintegrare, ma se vengono monitorati soprattutto nella fase di adozione, questi problemi possono essere superati. Appresi con mio grande stupore e felicità che l’Oasi riesce a far adottare circa 200 cani l’anno. Tutto questo non senza difficoltà, soprattutto economiche. I volontari che ci lavorano, non solo non prendono un euro, ma spesso pagano di tasca loro cose come medicinali, coperte e soprattutto alimenti, i quali vanno differenziati visto che i cani sono tanti, di tutte le età, di taglie diverse e alcuni con esigenze alimentari specifiche. Quando uscimmo all’esterno per visitare il centro, notai che la struttura era davvero ben tenuta, che i cani stavano in aree molto grandi ed erano divisi in gruppi compatibili tra di loro. In particolare, sembravano in ottima salute e soprattutto sereni. Entrando nei recinti, molti si avvicinarono festosi, con tanta voglia di giocare e di essere accarezzati. Fui felice di vederli così, ma allo stesso tempo mi si strinse il cuore.Pensai che tutti quei cani erano lì perché abbandonati dalle persone di cui si fidavano. Eppure, tutti meritavano una famiglia che si prendesse cura di loro. Pensai che se ero il titolare di una azienda di petfood era stato per merito di Barnie e dell’amore per gli animali che ho da quando sono nato. La nostra missione aziendale, infatti, è ancora oggi quella di fare in modo che tutti i proprietari di cani e gatti possano offrire ai loro amici un alimento di qualità, che migliori la loro salute e la loro vita quotidiana negli anni che trascorreranno insieme. 
Ragionai sul fatto che l’Oasi di Brenda è una struttura che funziona benissimo, ma fa fatica a sopravvivere senza un aiuto esterno. I volontari fanno di tutto per assicurare agli ospiti a 4 zampe i pasti di cui hanno bisogno, il giusto movimento, la necessaria socializzazione e persino un percorso psicologico; purtroppo però le risorse economiche sono sempre limitate. Quello che avevo visto e vissuto mi aveva travolto, ed è allora che ho realizzato che dovevo fare qualcosa.…Ma cosa? Ci ho pensato per giorni.Qualche donazione sporadica non avrebbe aiutato molto. Inoltre, parlando con Adriano mi sono reso conto che nel nostro paese ci sono tantissime strutture come questa che andrebbero aiutate e sostenute. Il mio desiderio sarebbe stato quello di aiutarle tutte, ma la mia è comunque una piccola azienda… Ho iniziato a farmi mille domande. Come posso aiutare concretamente i nostri amici a ricevere l’amore e le cure di cui hanno bisogno? Come coinvolgere e sensibilizzare più persone possibili? Chi ama gli animali mi sosterrà? …E tutti gli altri? Come si può rimanere indifferenti? Da qui nasce l’iniziativa DAMMI IL 5.DAMMI IL 5 è un progetto in cui Barnie’s dona il 5% del proprio fatturato a delle associazioni affidabili come l’Oasi di Brenda, che fanno dell’amore per gli animali il motore delle loro attività.È molto semplice. Basta andare sul nostro e-commerce e, dopo aver messo quello che vi piace nel carrello, inserite un codice che corrisponde a una delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa. In questo modo, il 5% del totale da pagare sarà devoluto all’associazione che avete scelto, che deciderà se utilizzarlo per acquistare medicinali, alimenti o altro, valutando di volta in volta ciò di cui hanno bisogno gli ospiti a 4 zampe. Quello che pagate come miei clienti è sempre lo stesso: il 5% non è in più rispetto al valore dei prodotti scelti, è Barnie’s che si fa carico della donazione. Concludo invitando le associazioni no profit, quelle che aiutano cani e gatti ma anche altri tipi di animali, ad aderire all’iniziativa (che ovviamente per loro non ha nessun costo).Soprattutto invito te, amante degli animali, a darci una mano. Anzi, DAMMI IL 5!

“ATTENTI AL CANE”! Pompei riscrive la storia.

Gabriele Di Matteo on 08/23/2021 A Pompei, gli archeologi e gli studiosi non hanno fermato gli scavi nemmeno durante il lockdown ed è tornato alla luce un Thermopolium intatto, dopo 2000 anni di tenebre. Wow! 😵 I ritrovamenti La scoperta dell’antico locale, ci ha lasciato davvero stupiti. Gli studiosi hanno rinvenuto un’iscrizione graffita sul bancone del termopolio (“Nicia, cinede cacator” ovvero Nicia, pervertito cacatore) e l’immagine di un cane nero al guinzaglio, come a dire “attenti al cane”. Nella Casa del Giardino, poi, c’è una scritta a carboncino che riscrive la storia. Pompei, l’ultima scoperta Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico, ha mostrato gli ultimi ritrovamenti ieri sera su Rai 2 nel docufilm straordinario: “Pompei ultima scoperta”. Gli scavi, avviati nel 2018, hanno offerto una nuova lettura dell’eruzione del Vesuvio. Le parole di Massimo Osanna hanno illustrato il grande lavoro di un team multidisciplinare, portato avanti con professionisti del settore di antropologia fisica, archeobotanica, archeologia, archeozoologia, vulcanologia e geologia. Gli scavi di Pompei questa volta ci hanno regalato ben più di una sorpresa: resti di cibo nelle pentole, pinzette per le sopracciglia e bilancino di precisione, ciotole, larari magnifici e coloratissimi. La vera data dell’eruzione Sono gli indumenti delle vittime a dare dettagli preziosi. Alcuni corpi sono avvolti da mantelli di lana. Questo dettaglio non si coniuga con gli scritti di Plinio il giovane, che colloca l’evento al nonum kal. Septembres. Plinio sembra riferirsi a nove giorni prima delle Calende di settembre (il 24 agosto). Inoltre, nel 2018 era stata trovata un’’iscrizione a carboncino. La scritta è datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre corrispondente al 17 ottobre. Trattandosi di carboncino non avrebbe potuto resistere a lungo ed è probabile che la scritta risalga alla settimana prima dell’eruzione. Che ci sia stato un errore nella trascrizione degli scritti di Plinio? È molto probabile, dunque, che la data dell’eruzione – dice Massimo Osanna – sia il 24 di Ottobre del 79 d.C. Questa nuova data – che gli studiosi ritengono più plausibile – è in linea con molti altri ritrovamenti, quali resti di melograni, uva e noci, che si raccolgono in autunno. Le anime di Pompei Le passioni umane che soffiavano fra le strade e le piazze dell’antica Pompei riaffiorano nei vicoli liberati dalle pomici delle correnti piroclastiche, dove manifesti murali della campagna elettorale chiedono ancora: “Votate Albucio ed Elvio Sabino”. Anche un’altra abitazione riporta inciso un dileggio nei confronti di una donna. Ma è qualcos’altro che ci commuove. L’antropologa, dottoressa Amoretti, ha identificato nella Stanza degli Scheletri quasi dieci individui: tre donne e tutti bambini, affastellati nello stesso ambiente. Forse questa stanza, dal tetto più solido delle altre, è stata utilizzata come riparo anche per chi non era parte della famiglia. Probabilmente sono state accolte donne e bambini in fuga per le vie di Pompei nel momento di pausa fra la prima corrente piroclastica e la seconda, più violenta, che ha spazzato via tutto. Gli ultimi corpi emersi mostrano volti, espressioni del viso a volte disperate, a loro – pur nella sorpresa della scoperta e nell’entusiasmo del ritrovamento – ci accostiamo con silenzioso rispetto.

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